Tra gli uomini vi sono delle differenze naturali che sono indipendenti dall'esistenza o meno di una società e vi sono delle disuguaglianze che hanno invece un'origine prettamente sociale.
Perché vi sia disuguaglianza o uguaglianza è necessario che vi siano almeno due individui che entrano in competizione e possono essere messi a confronto.
Spesso accade però che la società dia importanza anche alle differenze naturali, attribuendo loro un significato culturale.
Le disuguaglianze sono sempre di origine sociale, anche quando prendono lo spunto da differenze naturali.
La discriminazione razziale, è l'esempio più evidente di come le differenze naturali possono essere rielaborate dalla società in forme di disuguaglianza sociale.
Tra gli esempi storici più eclatanti è stato l'antisemitismo, con la discriminazione degli ebrei sul suolo europeo.
Il più delle volte la discriminazione razziale è informale, cioè esiste nella società ed è tollerata dal sistema politico.
La caratterizzazione sessuale è un dato fondamentale della nostra esperienza, sia privata che sociale.
Essa è presente in ogni essere umano ed è data dalla coniugazione di precisi tratti biologici e anatomici con una serie di ruoli e di aspettative sociali che sono il frutto di costruzioni sociali maturate nel corso della storia, a cui ognuno di noi è soggetto.
Quando si usa il termine "genere" si indicano i tratti sociali e culturali che qualificano il comportamento, il vissuto e i ruoli di una persona in termini di mascolinità o femminilità.
Anche le differenze di età sono fonte di disuguaglianza, sebbene non diano origine a forme di discriminazione cosi evidenti come quella razziale e sessuale.
Quanto ai giovani, il loro caso dimostra come una condizione naturale, quale l'età anagrafica, possa di volta dar luogo o non dar luogo a corrispondenti interpretazioni culturali.
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