Nel corso del Settecento in tutto il continente europeo ebbe luogo un intenso dibattito sui metodi e sui fini dell'educazione e dell'istruzione. Tale dibattito determinò il ripensamento di molte delle pratiche sino ad allora impiegate nell'allevamento e nell'educazione dei figli all'interno delle famiglie e una revisione dell'organizzazione e della gestione delle scuole da parte delle monarchie assolutistiche.
Negli studi relativi alle capacità intellettive dell'uomo e nelle riforme scolastiche della seconda metà del XVIII secolo che vanno ricercate alcune spinte decisive verso le moderne teorie e prassi pedagogiche. Uno dei fattori che portarono al ripensamento dei compiti e delle finalità dell'educazione fu senz'altro l'affermarsi di una diversa concezione delle facoltà cognitive dell'uomo, che ebbe tra i suoi ispiratori John Locke.
Il compito fondamentale dell'educazione, specialmente nell'infanzia, era quello di risvegliare tale idea con lo studio della religione, al fine di condurre il bambino sulla strada della salvezza eterna. La migliore conoscenza dei processi mentali dell'essere umano portò a individuare l'origine della conoscenza nell'esperienza e nelle capacità sensoriali e intellettive dell'individuo. Da qui nacque nacque la corrente filosofica nota come empirismo, secondo la quale l’uomo, oltre a non possedere alcuna idea innata, per crescere e sviluppasi ha bisogno di poter conoscere il mondo per mezzo dell’esperienza.
John Locke nacque nel 1632 da una famiglia puritana. Egli studiò le lingue classiche e la filosofi scolastica, terminati gli studi si dedicò all'insegnamento.
Locke si incentrò sull'educazione per i giovani maschi di famiglia ricca, cioè i gentleman, che facevano parte dell'antica aristocrazia ma erano anche inseriti nella vita produttiva. Si tratta di un'educazione individualizzata, privata e basata sull'osservazione del bambino da parte del precettore che deve creare un percorso formativo a partire dalle attitudini e dalle capacità dell'allievo.
Per Locke è preferibile un'educazione privata perché nella scuola pubblica il bambino, pur imparando a rapportarsi con gli altri, diventa più rozzo e difficilmente gestibile. Al contrario con un precettore privato il bambino sarà più giusto e avrà un comportamento più nobile.
Lo scopo del percorso formativo non è la conoscenza ma la costruzione di una personalità corretta per il gentleman. Il gentleman deve essere libero, cioè deve saper rinunciare agli appetiti e auto dominarsi, attraverso la razionalità che è superiore alla passione e ai desideri.
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