mercoledì 1 aprile 2020

Pensare comunicare e classificare (Antropologia)

SCRITTURA, ORALITÀ E MEMORIA

La diffusione della scrittura ha inciso fortemente sul modo di pensare degli esseri umani. Prima della scrittura le tecniche di conservazione della memoria erano ben diverse. Dove non c’è scrittura possono esistere tecniche mnemoniche esterne alla parola, come ad esempio sassolini, bastoncini e cordicelle; essi non sono utili per ricordar sequenze argomentati e molto lunghe. 

Laddove la scrittura è assente, l’unico modo per ricordare lunghe sequenze argomentative è pensare per “moduli mnemonici”. Questo modo di trasmettere la memoria e le conoscenze si riflette sul tipo di memoria e di conoscenza stessa che viene trasmessa. Dove non ci sono testi scritti ci si può solo affidare alla parola.

Un effetto di questo modo di trasmettere la memoria è che esso tende a produrre effetti omeostatici: cioè tende a eliminare tutto ciò che ha interesse per il presente. Il termine “omeostatico” indica un processo attraverso cui un sistema tende a mantenersi in equilibrio attraverso dei meccanismi di autoregolazione.

La scrittura consente di sviluppare un pensiero più ampio di quello legato all'oralità, perché permette di entrare più rapidamente in contatto con molteplici punti di vista, d confrontarli in maniera sistematica e di elaborare nuove proposizioni a partire da quelle esistenti. Essa ci rende capaci di elaborare un linguaggio meno compreso entro i limiti del nostro piccolo mondo linguistico, il quale è adattato a cogliere le sfumature della vita quotidiana.

 I MEDIA E LA NUOVA COMUNICAZIONE GLOBALE


Dagli anni Settanta de secolo scorso in poi si è assistito una grande diffusione dei media su scala planetaria. La televisione è rapidamente giunta un po' ovunque, persino in quei luoghi della Terra in cui non arriva l’elettrica. La televisione è un mezzo facilmente accessibile e di amplissima portata. Per questo motivo essa è un mezzo culturalmente influente. La televisione è la ‘regina’ dei media, nell'epoca attuale. 
I media, e la televisione su tutti, sono fattori attivi nel processo di produzione e di cambiamento culturale. La riflessione di Marshall McLuhan ruota intorno all'ipotesi secondo cui i media prevedono i comportamenti indipendente dai contenuti dell’informazione. Secondo lui: “il mezzo è il messaggio”. 

In Italia, negli anni Cinquanta-Sessanta, la TV fu un mezzo di ampia diffusione delle informazioni di programmi educativi, anche per persone analfabetiche. Con il tempo non ha solo standardizzato il linguaggio, non solo lo ha semplificato, ma anche gesti e modi di appratire sono ormai molto spesso suggeriti dalla televisione. Tutto ciò ha molto influenza sul modo di comunicare degli esseri umani.

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