mercoledì 1 aprile 2020

Pensare comunicare e classificare (Antropologia)


IL PENSIERO: CONCRETO E ASTRATTO

Il pensiero concreto/astratto è un’ opposizione che distingue due modi di costruire e organizzare le conoscenze sul mondo: il primo modo ha come fondamento l’esperienza mentre il secondo elabora generalizzazioni e concetti al di là delle proprietà fisiche.
Tutti gli esseri umani sono più o meno dotati delle stesse capacità sensoriali e intellettuali e, se vi sono differenze tra loro, queste manifestano all’interno di tutte le culture e non tra le culture.
I primi europei che si accostavano a quelli che una volta erano chiamati «popoli primitivi» erano colpiti dal fatto che molti di loro avessero sistemi di numerazione che non superavano poche unità. In seguito li stupì anche l’assenza, presso molti popoli, di un concetto astratto di spazio e di tempo.

COMUNICAZIONE ORALE E COMUNICAZIONE SCRITTA

Non esiste ormai società che ignori l'esistenza della scrittura. Tuttavia, anche dove la scrittura è presente ovunque, la comunicazione ordinaria si svolge per lo più in forma orale. Il nostro modo di esprimerci oralmente è, infatti, guidato da un pensiero che si fonda sull'assimilazione della scrittura.
Fino a non molto fa esistevano ancora le cosiddette società a «oralità primaria». Si trattava di società che, indipendentemente dal loro grado di complessità sul piano politico, economico e amministrativo, non conoscevano alcuna forma di scritturaOggi la società a «oralità primaria» non esistono più. 

Fino al terzo millennio a.C. l'umanità non conosceva la scrittura, la quale fece la sua comparsa, nell'area mesopotamica e nelle aree limitrofe. La scrittura vera e propria comparve in Mesopotamia, con il popolo dei sumeri, ed è conosciuta come scrittura cuneiforme, perché il segno base, una form a cuneo, era combinato con altri simili per formare le parole.
Siamo abituati a leggere e a scrivere, non ci rendiamo conto di quanto peso abbia la scrittura nel nostro modo di comunicare. 


 QUESTIONI DI INTELLIGENZA

Tutti gli esseri umani possiedono analoghe potenzialità intellettuali; però tali potenzialità possono prendere direzioni diverse a seconda del contesto sociale e culturale. Vi sono alcune capacità universalmente distribuite in tutti gli esseri umani non colpiti da patologie o disturbi particolari:

  • ASTRAZIONE capacità di isolare un aspetto da un complesso di elementi
  • CATEGORIZZAZIONE capacità di raggruppare gli elementi in gruppi o classi
  • DEDUZIONE capacità di passare dal generale allo specifico
  • INDUZIONE capacità di procedere dallo specifico al generale
Gli esseri umani, come ben sappiamo, non attivano tali processi in un contesto “vuoto”, bensì in un contesto fatto di modelli culturali condivisi, trasmessi, selezionati, ecc...
Si dice pertanto che la capacità universali vengono adattate a diverse strategie funzionali, le quali dipendono da fattori sociali, culturali, psicologici, affettivi... Infatti se viene fatto un test a degli individui, essi rispondono a “strategie funzionali” diverse. Tali strategie non solo variano da un contesto culturale all’altro, ma variano anche da soggetto a soggetto all’interno della stessa cultura, a seconda dell’appartenenza a una determinata classe sociale, del livello d’istruzione, quando non di una predisposizione del tutto personale.
La diversa reazione a un test interculturale è anche stata fatta risalire a stili cognitivi differenti. Gli antropologi hanno usato questa espressione per denotare il diverso modo in cui individui provenienti da ambiti culturali diversi si rapportano al mondo sul piano cognitivo.Si dice che lo stile cognitivo può oscillare, in misura diversa, tra due estremi ideali: 

  •  uno stile cognitivo globale 
  •  uno stile cognitivo articolato.

 PAROLA E MONDO
In assenza di scrittura, le parole non hanno un’esistenza duratura. Esse non sono cioè visibili bensì solo degli “eventi”, nel senso che vengono pronunciate in un tempo preciso e con esso svaniscono.
Questo non significa che gli appartenenti a società fortemente orali non abbiano memoria ben salda. Semmai è il contrario, poiché essi costruiscono i loro discorsi e i loro racconti mediante l’uso di clausole e ripetizioni grazie alle quali riescono a ricordare cose che per un individuo alfabetizzato sono spesso impossibili da ricordare senza l’aiuto di una traccia scritta.
Nelle culture fortemente orali la pregnanza delle parole, cioè la loro efficacia, pare essere legata al momento in cui le parole stesse sono pronunciate.

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