mercoledì 1 aprile 2020

Pensare, comunicare, classificare (Antropologia)

 LA CLASSIFICAZIONE DEL MONDO

Tutti i popoli possiedono una conoscenza più o meno ricca e complessa dell’ordine della natura. E tutti hanno qualche teoria sul suo disordine. Queste teorie spiegazioni, ovviamente non sono identiche.
Gli antropologi che si sono dedicati allo studio di questo argomento nei contesti culturali più diversi definiscono la loro specializzazione con il termine di etnoscienza.
 L’etnoscienza è lo studio di come le differenti culture organizzano le proprie conoscenze del mondo naturale. Tali conoscenze e concezioni non sono casuali e frammentarie, ma possiedono gradi di sistematicità e di coerenza spesso notevoli, sebbene differenti e meno ‘esatti’ di quelli elaborati dalla scienza moderna.

I Waiwai, orticoltori dell’Amazzonia, considerano il fegato di certi animali un vegetale, in quanto la sua forma assomiglia a quella delle foglie di certi alberi. Di conseguenza essi ritengono che le donne, cui è vietato il consumo di carne procurata mediante la caccia di animali abbattuti con l’uso delle armi, possano cibarsene. Il divieto del consumo della carne da parte delle donne e per i Waiwai un tabù che fa paté di un sistema più ampio di divieti riguardanti l’uso delle armi e la partecipazione alla caccia alla guerra da parte degli individui di sesso femminile. Alla fine degli anni Sessanta, due antropologi americani, Brent Berlin e Paul Kay, confrontarono le terminologie cromatiche presenti in ventisei lingue diverse. Accertarono così che il numero dei termini presenti in esse variava da un minimo di due, come in alcune lingue della Nuova Guinea, a un massimo di undici, come in certe lingue europee. Questi termini fondamentali o <<di base>>, come Berlin e Kay li chiamarono sono quelli che riflettono fenomeni di percezione del colore senza bisogno di ulteriore specificazione per essere compresi.
  • Tutti gli esseri umani sono in grado di percepire tutte le gradazioni del colore.
  • La terminologia cromatica di base si sviluppa secondo una linea precisa. In tutti i sistemi che per esempio possiedono solo due termini, questi sono sempre <<chiaro>> e <<scuro>>, in quelli che ne hanno tre, invece <<bianco>>, <<nero>>, e poi <<rosso>> ecc.
  • Il numero dei termini di base impiegati da una lingua per indicare I colori sarebbe in relazione con la complessità culturale e tecnologica della cultura in questione, per cui più una cultura è semplice più il suo vocabolario cromatico è povero, mentre culture particolarmente complesse rivelerebbero l’esistenza di un numero elevato di termini cromatici di base.

Nessun commento:

Posta un commento